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Arco della Via Lattea nei cieli meridionali

Composizione di 16 pannelli, ciascuno ottenuto con una reflex Canon 6D non modificata, obiettivo Tamron 15-30 f2.8 aperto a f3.5, con esposizioni di 20 secondi a 6400 ISO.
Nessun inseguimento, cielo perfetto!

Luogo di ripresa: deserto di Atacama in Cile, regione di Antofagasta, a circa 70 km di distanza dal centro abitato più vicino, sotto un cielo tersissimo

Data: 29 giugno 2019

Autori: Roberto Volsa e Mauro Di Lorenzo
2020-02-24T19:41:16+01:0024 Febbraio 2020|Notizie, Notizie Sistema Solare|

La nebulosa Testa di Cavallo

La nebulosa oscura più famosa di tutto il cielo: la Testa di Cavallo nella costellazione di Orione ripresa in questa immagine realizzata presso l’Osservatorio Claudio del Sole a Cervara di Roma

Il suo nome reale è B33, ossia l’oggetto alla riga 33 del catalogo delle nebulose di polvere redatto da Edward Emerson Barnard redatto ormai 100 anni fa; ma il suo nome comune di “Testa di Cavallo” deriva dalla sua inconfondibile forma che tutti possono facilmente riconoscere.

La nebulosa è chiaramente visibile grazie alla presenza, per un effetto puramente prospettico, di una nebulosa ad emissione alle sue spalle: la IC 434: la Testa di Cavallo è così ben contrastata ed è anche più facile fotografarla.

E’ una nebulosa di polveri ricca di gas, che presenta stelle in formazione alcune delle quali sono quasi nella fase di sequenza principale e stanno facendo capolino tra le coltri di polveri da cui hanno avuto origine. Attualmente questa formazione stellare è consentita grazie a dei movimenti vorticosi all’interno della nube che hanno permesso ad alcuni grumi di addensarsi e quindi iniziare il processo di accrescimento di materiale dalle zone circostanti.

La distanza della nebulosa è di circa 1400 anni luce da noi, mentre la IC434 dista circa 150 anni luce in più.

Testa di Cavallo e IC434 fanno parte di un complesso nebulare molto più esteso: il complesso “molecolare” di Orione; una struttura estremamente complessa e ricca di nebulose oscure, nebulose ad emissione e sede evidente di formazione stellare: la parte fotografata ritrae una parte di questo complesso molecolare denominata con la lettera “B”, mentre la parte principale (lettera “A”) è costituita dalla regione della grande Nebulosa di Orione anche conosciuta come M42, visibile peraltro anche ad occhio nudo.

La foto ritrae, oltre alla testa di Cavallo e a IC434, anche la nebulosa a riflessione NGC2023, dal caratteristico colore azzurro; questa e’ illuminata dalla stella HD37903 che si trova al suo centro; questa è una delle tante stelle nate da questo complesso nebulare ed e’ molto giovane. La sua temperatura molto elevata le conferiscono un colore tendente all’azzurro che possiamo ammirare riflesso su questa nebulosa.

L’alone a sinistra in alto è generato dalla luminosissima e vicina (prospetticamente) stella Alnitak, una delle stelle della cintura di Orione.


I dettagli della foto sono i seguenti:

22 pose da 5 minuti ciascuna
Camera Canon 6D modificata Super UV-IR cut a 800 ISO
Telescopio Meade ACF 12” con riduttore Lepus
Telescopio guida: William Optics 110mm f7
Camera guida: ASI174 monocromatica
Montatura 10Micron GM2000 QCI

2020-02-01T01:49:05+01:001 Febbraio 2020|Notizie, Notizie Profondo Cielo|

L’osservatorio del Paranal in Cile

In questo articolo mostriamo alcune immagini e un breve video di uno dei massimi santuari dell’astronomia, l’osservatorio del Paranal dell’European Southern Observatory (ESO), che ospita il Very Large Telescope (VLT) ed è situato sulla cima del Cerro Paranal nel deserto di Atacama, Cile, a 2600 m di altezza, dove non piove mai e l’umidità è estremamente bassa.

L’inquinamento luminoso è assente e non è consentito ai veicoli di viaggiare di notte nei dintorni se non usando solo le luci di posizione.

In questo luogo incredibile, che abbiamo visitato in occasione del viaggio in Cile per l’eclissi totale di Sole del 2 luglio, sono posizionati i quattro telescopi principali del VLT, aventi ciascuno uno specchio primario di 8,2 metri di diametro.

Grazie alla complessa tecnica dell’Interferometria ottica i telescopi possono operare anche in sincrono, ottenendo così riprese dalla risoluzione elevatissima (Very Large Telescope Interferometer).

La strada di accesso all’Osservatorio Paranal dell’ESO

Il VLT fa bella mostra di sé con le 4 cupole chiaramente visibili sulla cima del monte.
Il deserto è l’ambiente ideale per gli astronomi, come testimonia questa immagine panoramica!

Finalmente, dopo un viaggio di oltre 15 mila km, si arriva al “cancello” dell’Osservatorio Paranal, con il VLT sullo sfondo.

Il Visitor Centre è la prima struttura in cui si viene accolti e dove vengono date istruzioni per la sicurezza anche per garantire la migliore esperienza ai visitatori.
L’organizzazione dell’ESO è stata ineccepibile!

Le cupole dei 4 Unit Telescopes (UT) del Very Large Telescope (VLT) dell’ESO

Oltre venti metri di diametro per ciascuna cupola, dalla forma avveniristica ma studiata opportunamente per garantire un’acclimatamento senza sbalzi ai preziosi telescopi e strumenti al loro interno.

Si vedono chiaramente sulle cupole le finestre che vengono aperte in casi di turbolenza atmosferica: far attraversare la cupola dall’aria piuttosto che creare turbolenza permette di ottenere una migliore qualità nelle immagini e nelle misure!

Lo schema della struttura inferiore di uno dei telescopi da 8.2 metri che costituiscono il VLT

Lo specchio, forato al centro, è sorretto da 150 pistoni, che permettono non solo di sostenerlo ma anche di deformarlo con una precisione notevole, per garantire la forma perfetta in qualunque posizione esso si trovi.
Infatti il suo peso (23 tonnellate) è tale da deformarlo quando il telescopio viene puntato ad altezze differenti del cielo; i martinetti, comandati da un sistema informatico dedicato, lo deformano per riportare lo specchio alla sua forma teorica.
Il tutto per garantire una definizione dell’immagine quanto più vicino alle sue prestazioni teoriche.

Nell’immagine M1 sta per “Mirror 1”, cioè lo specchio primario da 8,2 m di diametro. M3 invece è il “Mirror 3”, lo specchio terziario, che ha il compito di dirigere la luce verso differenti strumenti posti al lato o sotto lo specchio M1.

Inoltre sono presenti altri quattro telescopi ausiliari (AT) aventi dimensioni di “solo” 1.8 m. Questi completano la struttura del VLT e hanno la capacità di essere riposizionati grazie allo scorrimento su rotaie.

La Control Room del VLT, dove i sistemi informatici permettono la gestione dell’intera infrastruttura dell’Osservatorio Paranal e quindi in definitiva è da qui che si comandano i telescopi per produrre le immagini meravigliose dell’ ESO Astronomy che ormai siamo abituati ad ammirare.

Da notare i vari “open space” ciascuno dedicato ai differenti telescopi (UT3, Melipal, UT4, Yepun, ecc).

Il giardino tropicale in cui è presente anche una piscina è chiamato “La Residencia“, un luogo rilassante per i residenti, lontano dalle consolle di comando mostrate nelle due inquadrature precedenti.

Il panorama che si ammira dal Cerro Paranal, a 2600m di altezza sul livello del mare, è qualcosa di spettacolare.
L’ambiente locale è puramente desertico, con la totale assenza di piante di ogni genere!
Eppure il deserto è l’ambiente ricercato dagli astronomi perché l’assenza di umidità produce una qualità del cielo migliore, meno influenzata dalla turbolenza atmosferica.

Il panorama è incorniciato dall’Oceano Pacifico, che si trova a pochissimi chilometri di distanza.

Il video mostra l’interno di uno dei grandi telescopi, precisamente UT2 o Kueyen che nella lingua nativa significa Luna, con lo specchio da 23 tonnellate incastonato in una enorme struttura del peso di 430 tonnellate.

Mauro Di Lorenzo e Roberto Volsa

2019-12-23T02:23:27+01:0023 Dicembre 2019|Notizie|

Congiunzione Venere, Luna e Giove del 28 Novembre 2019

La congiunzione subito dopo il tramonto del 29 novembre 2019, con tre degli astri più luminosi del cielo: la Luna (in fase crescente), Venere (a sinistra della Luna) e Giove (in basso a destra della Luna, appena sopra lo strato di nuvole).

Foto scattata da Torvaianica (Rm), in riva al mare

Camera: Canon EOS 6D modificata per astronomia
Obiettivo: Canon EF 70-200 f/4 L, usato a 100mm f/4
Esposizione: 1/6 di secondo a 6400 ISO

Data: 29 Novembre 2019

Roberto Volsa

Autore: Roberto Volsa
2019-12-14T00:05:32+01:0014 Dicembre 2019|Notizie, Notizie Sistema Solare|

Transito Mercurio 11 novembre 2019

Strumentazione:
Telescopio William Optics 90mm, prisma di Herschel, fotocamera mirrorless Fujifilm XT20, località Bari

Data: 11/11/2019

Transito Mercurio tutto campo. Scatto 1/320 sec, ISO 800. Tomassi Stefano
Particolare. Scatto 1/80 sec, ISO 200. Tomassi Stefano

Confronto con il transito di Mercurio del 09 maggio 2016

Oltre al pianeta, si vedono le macchie solari.

Dati: Telescopio William Optics 90mm, prisma di Herschel, fotocamera Nikon D3200, località Roma
Scatto 1/400 sec, ISO 100

Tomassi Stefano
2019-11-22T22:06:16+01:0022 Novembre 2019|Notizie, Notizie Sistema Solare|

Anello di Diamanti – Eclissi totale di Sole del 2 luglio 2019 dal Cile

Due secondi prima dell’inizio della fase totale dell’eclissi di Sole, è possibile osservare l’ultimo lembo di fotosfera solare che abbaglia ancora ma già la corona che inizia a mostrare i suoi drappeggi.

Questa esposizione è un compromesso di ripresa tra l’elevata luminosità della fotosfera solare e la debole e tenue corona: una esposizione maggiore avrebbe causato la saturazione a causa della fotosfera, mentre una posa inferiore avrebbe perso i dettagli della corona. Così come la tempistica: eseguire la foto anche pochi secondi prima o dopo non avrebbe avuto lo stesso risultato di mostrare la corona e la fotosfera disegnare un “anello di diamanti”.

Dati di ripresa: Camera Canon EOS 6D, posa da 1/125″ a 200 ISO, telescopio rifrattore Sharpstar 65q su montatura Skywatcher AZ GTi

Luogo di ripresa: Osservatorio ESO di La Silla, regione di Coquimbo, Cile

Data: 2 luglio 2019

Autori: Roberto Volsa – Mauro Di Lorenzo
2019-11-21T00:14:57+01:0021 Novembre 2019|Notizie, Notizie Sistema Solare|

La Luna di ottobre

Ci sta facendo compagnia in queste sere, illuminando il cielo e i monti che circondano l’Osservatorio Astronomico Claudio del Sole di Cervara di Roma.

Eccola… la Luna quasi piena ripresa la notte di venerdì scorso usando il telescopio Meade ACF da 30cm di diametro e ben 3 metri di focale!
Uno strumento che richiede attenzione e perizia: normalmente non viene usato per riprese panoramiche della Luna, ma questa volta e’ stata fatta un’eccezione.

4 pose unite per ottenere il panorama, riprese e trattate da Andrea Palma che e’ riuscito a domare i forti contrasti della superficie lunare per permettere a tutti di ammirarla.

Autore: Andrea Palma
2019-10-15T13:50:52+02:0015 Ottobre 2019|Notizie, Notizie Sistema Solare|

IC1805 – Nebulosa Cuore

IC 1805 (nota anche come Nebulosa Cuore o con la sigla W4) è una nebulosa diffusa in associazione ad un ammasso aperto, visibile nella costellazione di Cassiopea, verso il confine con la Giraffa.

Si tratta di una regione HII molto estesa, la cui distanza è stimata sui 7500 anni luce da noi; la sua caratteristica principale è la presenza di due grosse aree apparentemente vuote, di diverse dimensioni, che rendono la nebulosa simile ad un “cuore”.

Autore: Mirko Tondinelli

Dati tecnici:

Luogo ripresa: Pozzaglia Sabina (Ri), 866 mt

Telescopio : 80 ed skywatcher con riduttore
Camera ripresa: CCD QHY8L a -20° gain 2 offset 116.
Filtro optolong L-eNhance.
Montatura EQ6 PRO.
Luna all’80%
Numero pose : 48 da 5 minuti ciascuna (4h in totale).
Dark e bias ok.

Software acquisizione: APT, PHGUIDING 2
Software elaborazione: pixinsight e camera raw.

Data: 08/10/2019

Mirko Tondinelli

2019-10-12T11:22:58+02:0012 Ottobre 2019|Notizie, Notizie Profondo Cielo|

Nebulosa NGC 6960

NGC 6960 è uno dei più celebri, anche se non molto facile da osservare, oggetti del profondo cielo. È parte di una complessa struttura denominata “Cygnus Loop”, residuo di una drammatica esplosione di supernova galattica, avvenuta circa 15.000 anni fa.

NGC 6960 è nella parte occidentale del “Cygnus Loop” e la luminosa stella 52 Cygni sembra un diamante incastonato in quel delicato velo di gas.
La distanza di questa nebulosa e’ stimata in circa 1400 anni luce, mentre la sua estensione lineare è approssimativamente di 35 anni luce.
Foto scattata dal nostro socio Mirko Tondinelli.

2019-09-14T11:15:54+02:0014 Settembre 2019|Notizie, Notizie Profondo Cielo|

Oricola – il castello sotto le stelle

sabato 7 settembre

ATTENZIONE! LA SERATA È STATA SPOSTATA AL 7 SETTEMBRE CAUSA MALTEMPO

Con il patrocinio del comune di Oricola, si organizza una serata di osservazione astronomica con ingresso gratuito presso la terrazza del comune.

Con l’unione di spiegazioni di astronomia e riconoscimento delle costellazioni, si potranno osservare pianeti e oggetti del profondo cielo come nebulose, ammassi stellari e galassie, in diverse postazioni di telescopi.

Per partecipare non è richiesta la prenotazione.

In caso di maltempo l’evento potrebbe essere rimandato a nuova data, in tal caso invieremo urgentemente comunicazione sul sito e sulla pagina Facebook.

2020-09-10T10:37:42+02:0029 Agosto 2019|Eventi Passati|
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